Da diverso tempo, quando si parla di camini e stufe, non ci si rivolge solamente ai vecchi modelli a legna. La tecnologia ha fatto grandi passi in avanti in questo campo, allargando il ventaglio di prodotti tra cui poter scegliere. Un caso interessante è senz’altro quello dei camini a bioetanolo, un combustibile naturale ricavato dalla fermentazione di prodotti naturali ricchi di zuccheri. Le principali materie utilizzate per la sua produzione sono: biomasse, cereali come mais, orzo e frumento, canna da zucchero, bietola e barbabietola.
Camini a bioetanolo: quanto costano?
Si potrebbe pensare che con tutti questi vantaggi i camini a bioetanolo siano però una tecnologia particolarmente costosa, e invece un altro grande vantaggio riguarda proprio i costi particolarmente accessibili:
- Evitando i lavori di muratura, è garantito il risparmio legato agli interventi dedicati alla creazione di un alloggio per il camino e di una canna fumaria.
- Lo stesso camino a bioetanolo è, molto spesso, molto meno costoso dei suoi corrispettivi a legna. Infatti, per questo genere di camini si può partire da poche centinaia di euro, rendendolo un prodotto accessibile a tutti. In linea di massima, i prodotti meno costosi sono quelli da appoggio, mentre i prezzi tendono a salire per i prodotti da incasso.
- Il prezzo medio del bioetanolo è particolarmente basso. Il bioetanolo disponibile sul mercato ammonta a circa 3€ al litro e il consumo varia al variare del modello e della potenza calorica del bruciatore del camino in questione. I prodotti disponibili in commercio, infatti, consentono una produzione di energia che può andare da 1 kWh a circa 10 kWh, perciò il consumo e il costo relativo dipendono direttamente dalla potenza erogata. In ogni caso, linea di massima si può considerare il costo medio di un camino a bioetanolo a circa 0,80 centesimi per ogni ora di prestazione.
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Riqualificazione energetica
Esiste anche un caso tale per cui, senza dover per forza intervenire su tutta l’abitazione, si può richiedere il recupero fiscale che interessi solo acquisto e posa di caminetti e stufe; questo è il caso di una riqualificazione energetica. In questa situazione i requisiti per l’accesso al recupero cambiano: il rendimento non deve essere inferiore all’85%, devono essere rispettate le normative per generatori e biomasse e vanno osservate le conformità delle classi A1 e A2 delle norme UNI EN 14961-2 per il pellet e le UNI EN 14961-4 per il cippato. In contesto di riqualificazione energetica possono essere recuperate le spese sostenute per acquisto, sostituzione (anche parziale) e posa di prodotti e impianti a biomasse per il riscaldamento. Anche in questo caso, il recupero ammonta al 50% per un massimo di 30000€, ossia 15000€ sempre distribuiti in 10 anni.
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